Profezia e apocalittica: secondo semestre 2006-07
Charles Conroy [www.cjconroy.net/pr-it/pr00a.htm]



Ger 1,4-19: vocazione e missione



Uno studio adeguato di questo testo molto ricco e molto conosciuto richiederebbe diverse lezioni. Dovendo limitarci ad una lezione, la presentazione sarà per forza selettiva. Iniziamo con alcune osservazioni sulla forma finale del testo ebraico massoretico, senza entrare nell'esame del testo greco (che pure, sopratttutto in Ger, è di notevole importanza). Poi, in un secondo momento, vedremo alcune questioni nel campo dello studio diacronico del brano. I punti principali dunque sono:

  1. Osservazioni sulla forma finale del testo massoretico (studio sincronico)
  2. La genesi del testo (studio diacronico)

Si trova una bibliografia su Ger 1,4-19 qui. Sono pure pertinenti parecchi titoli nella bibliografia generale sui racconti di chiamata qui.


1.   Osservazioni sulla forma finale del testo massoretico

Dopo una discussione (1.1) sulla delimitazione e strutturazione del brano, cerchiamo (1.2) di identificare i temi fondamentali del testo e la loro funzione programmatica per tutto il libro di Ger, e concludiamo (1.3) esaminando il significato dei rapporti fra 1,4-10 in particolare e 2,1-3.

Versione italiana (CEI prima edizione)

[4a] Mi fu rivolta la parola del Signore:
[5a] «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo,
[5b] prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato;
[5c] ti ho stabilito profeta delle nazioni».
[6a] Risposi: «Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare,
[6b] perché sono giovane».
[7a] Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono giovane,
[7b] ma và da coloro a cui ti manderò
[7c] e annunzia ciò che io ti ordinerò.
[8a] Non temerli,
[8b] perché io sono con te per proteggerti».
[8c] Oracolo del Signore.
[9a] Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca
[9b] e il Signore mi disse:
[9c] «Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca.
[10a] Ecco, oggi ti costituisco sopra i popoli e sopra i regni
[10b] per sradicare e demolire,
[10c] per distruggere e abbattere,
[10d] per edificare e piantare».
 
[11a] Mi fu rivolta questa parola del Signore:
[11b] «Che cosa vedi, Geremia?».
[11c] Risposi: «Vedo un ramo di mandorlo».
[12a] Il Signore soggiunse: «Hai visto bene,
[12b] poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla».
 
[13a] Quindi mi fu rivolta di nuovo questa parola del Signore:
[13b] «Che cosa vedi?».
[13c] Risposi: «Vedo una caldaia sul fuoco inclinata verso settentrione».
[14a] Il Signore mi disse:
[14b] «Dal settentrione si rovescerà la sventura
[14c] su tutti gli abitanti del paese.
[15a] Poiché, ecco, io sto per chiamare tutti i regni del settentrione.
[15b] Oracolo del Signore.
[15c] Essi verranno e ognuno porrà il trono davanti alle porte di Gerusalemme,
[15d] contro tutte le sue mura e contro tutte le città di Giuda.
[16a] Allora pronunzierò i miei giudizi contro di loro,
[16b] per tutto il male che hanno commesso abbandonandomi,
[16c] per sacrificare ad altri dèi
[16d] e prostrarsi davanti al lavoro delle proprie mani.
 
[17a] Tu, poi, cingiti i fianchi,
[17b] alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerò;
[17c] non spaventarti alla loro vista,
[17d] altrimenti ti farò temere davanti a loro.
[18a] Ed ecco oggi io faccio di te
[18b] come una fortezza, come un muro di bronzo
[18c] contro tutto il paese,
[18d] contro i re di Giuda e i suoi capi,
[18e] contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
[19a] Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno,
[19b] perché io sono con te per salvarti».
[19c] Oracolo del Signore.

1.1     Delimitazione e struttura

L'inizio del brano nel v. 4 non crea problemi, in quanto i primi tre versetti di Ger 1 sono chiaramente una sovrascritta per l'intero libro, dove vengono presentate le coordinate di tempo e luogo per il ministero del profeta. Ci vuole però una spiegazione del fatto che il brano non viene limitato qui ai vv. 4-10 come spesso capita. La giustificazione viene dall'osservazione di una struttura chiastica (di tipo A B B′ A′) nei vv. 4-19, come segue.

A vv. 4-10
B vv. 11-12
B′ vv. 13-14 + 15-16
A′ vv. 17-19

La corrispondenza fra B e B′ è evidente: si tratta di due piccoli racconti di visioni simboliche con una struttura simile (nei vv. 11-12 e 13-14), dove l'interpretazione dell'oggetto visto viene data dal Signore. La seconda unità è ampliata con l'aggiunta di ulteriori interpretazioni nei vv. 15-16.

Il punto cruciale della strutturazione sta nella relazione fra i vv. 4-10 da una parte e i vv. 17-19 dall'altra, così da giustificare la corrispondenza A e A′. Infatti (1) vv. 17-19 ritornano all'uso della seconda persona singolare nella parole di YHWH a Geremia, come nei vv. 4-10, e (2) ci sono anche diversi contatti lessicali fra vv. 17-19 e vv. 4-10 (cf. 19b e 8b [nell'ebraico il verbo è identico, a differenza della versione italiana]; poi 17b e 7c; poi 17cd e 8a).

Se si accetta la strutturazione proposta per vv. 4-19, allora abbiamo al centro due brani simbolici che parlono delle relazioni di YHWH con Israele suo popolo nel presente e nel futuro immediato. Intorno a queste unità centrali ci sono le due unità (vv. 4-10 e 17-19) che presentano la chiamata profetica di Geremia. La chiamata, cioè, viene vista in funzione della relazione fra YHWH e il popolo, non come un'esperienza in sé stante.

1.2     Tematica fondamentale dei vv. 4-19 e loro funzione programmatica nel libro

1.2.1   Temi fondamentali

La strutturazione proposta sopra ci invita ad iniziare una riflessione tematica su Ger 1,4-19 con i versetti centrali (spesso nelle strutture chiastiche gli elementi più importanti sono appunto quelli centrali) per poi considerare i versetti della chiamata all'inizio e alla fine del brano.

La prima visione (il ramo di mandorlo [maqqēl šāqēd]: vv. 11-12) sottolinea la cura vigilante di YHWH [šōqēd ’ănî: v. 12b] sulla sua parola annunziata dal profeta. Il Signore porterà a compimento il contenuto della parola profetica. Nella seconda visione (la caldaia inclinata dal nord [v. 13c: contra la versione CEI]: vv. 13-14 + 15-16) viene indicato uno dei maggiori contenuti della parola divina affidata al profeta, cioè, l'annuncio di una invasione dal nord come castigo per i peccati di idolatria del popolo.

I due brani che riguardano la chiamata (vv. 4-10 + 17-19) sottolineano la fragilità umana del profeta portatore di questa parola del Signore, annunciano l'opposizione che incontrerà nel suo ministero (e implicitamente anche la sofferenza che sperimenterà), e promettono l'aiuto divino per dare fortezza e coraggio al profeta.

1.2.2   Funzione programmatica

Questi temi di Ger 1,4-19 si rivelano poi come programmatici per tutto il libro.

Il tema dell'invasione dal nord (cioè dalla direzione della Mesopotamia) verrà trattato con insistenza nei capp. 4-6 (senza identificare l'invasore) e poi nei capp. 37-45 e 52 (quando ormai è chiaro che si tratta dei Babilonesi).

La denuncia dei peccati del popolo, soprattutto il culto di altre divinità, è tema dominante già nei capp. 2-3 e poi in molti brani attraverso tutto il libro.

Il "dramma della parola profetica", come viene espresso nei versetti della chiamata, riapparirà (a) in parecchi testi dove si parla delle sofferenza del profeta, soprattutto nelle cosiddette "Confessioni di Geremia", e (b) nei brani che presentano il conflitto fra profeti ("profeta contro profeta") – tematiche che esamineremo nelle lezioni successive.

Nel v. 10b-d troviamo sei verbi che descrivono metaforicamente lo scopo del ministero di Geremia: quattro di essi sono distruttivi (negativi) e due sono costruttivi (positivi). Tale proporzione rispecchia infatti ciò che troveremo nel resto del libro, dove i brani di tonalità negativa (critica, minaccie) sono ben più numerosi dei brani positivi (che pure ci sono, soprattutto nei capp. 30-31 ma anche altrove).

Si può dunque senz'altro concludere che Ger 1,4-19 funziona come introduzione programmatica per tutto il libro.

1.3     Relazione fra Ger 1,4-10 e 2,1-3 e le conseguenze possibili

1.3.1   Contatti linguistici

Ci sono due contatti linguistici interessanti fra il primo brano sulla chiamata di Geremia (1,4-10) e i primi versetti del cap. 2 che parlono della relazione fra YHWH e il suo popolo Israele.

(1) La radice נער (na‘ar: "giovane, gioventù", ecc.): viene usata a 1,6-7 per parlare della giovinezza di Geremia (come scusa per non accettare la sua vocazione), e poi ritroviamo la radice a proposito di Israele a 2,2 ("l'affetto della tua giovinezza").

(2) La radice קדשׁ (qādaš: "essere santo, consacrato", ecc.), che viene detto di Geremia nel 1,5b ("ti ho consacrato"), ritorna a proposito del popolo Israele a 2,3 ("... cosa sacra a YHWH").

1.3.2   Significato dei contatti

Ci si può domandare adesso se questi fatti linguistici non costituiscano forse un suggerimento testuale a chi legge, un invito a vedere Geremia in qualche modo come rappresentante o emblema del suo popolo, come uno che incorpora (fino a un certo punto) la sorte del popolo. Il "Geremia del testo", in altre parole, potrebbe avere una dimensione paradigmatica, come "prototipo della comunità postesilica dei fedeli del Signore" (J. Vermeylen) o come "metafora" per la comunità (R. P. Carroll).

Ciò renderebbe più comprensibile la descrizione di Geremia come "profeta per le nazioni" (1,5c e cf. 10a). Da ciò che viene raccontato nel libro Geremia stesso svolse il suo ministero in gran parte a Gerusalemme e non è evidente che ciò consentirebbe la quasi-definizione come "profeta per le nazioni". Invece se pensiamo alla vocazione di Israele di essere "luce per le genti", possiamo vedere il Geremia di 1,5c come rappresentante di questa vocazione del popolo purificato.

Ci sono anche altri temi e testi nel libro che vengono illuminati da questo rapporto analogico fra Geremia e il suo popolo (le "Confessioni" come vedremo, e l'andare di Geremia in Egitto come abbiamo già visto). Almeno sembra utile per i lettori del libro aver la consapevolezza di questa possibilità nella lettura del testo.

2.   La genesi del testo (studio diacronico)

Come sempre, lo studio diacronico prende lo spunto da osservazioni fatte direttamente sul testo. Certi fatti testuali possono far sorgere il sospetto che un testo non è il semplice prodotto di un'unica operazione di scrittura da parte di un unico autore. Nel caso di Ger 1,4-19 parecchi studiosi (anche se non tutti) pensano che tali indizi siano effettivamente presenti, e su questa base cercano successivamente di elaborare una storia della redazione del testo che possa rendere intelligibili i dati testuali.
Vedremo dunque (2.1) gli indizi testuali, poi (2.2) alcune proposte di spiegazione di questi dati in termine di una storia di redazione del testo, e (2.3) concludiamo con qualche riflessione sull'utilità anche tematica e teologica di tale studio.

2.1     Gli indizi di stratificazione letteraria

Notiamo tre classi di indizi: l'uso di schemi letterari (2.1.1), il problema del v. 5c (2.1.2), e contatti con altri testi (2.1.3)

2.1.1   La presenza di schemi letterari

2.1.1.1   Uno schema di "chiamata" nei vv. 5-10. [cf. lo schema]

Ci sono paralleli impressionanti fra Ger 1,5-10 da una parte e due racconti di chiamata in altri libri (Mosè in Esod 3,10ss, e Gedeone in Gdc 6,14ss).

  Ger 1 Esod 3 Gdc 6
Incarico 5 10 14
Obiezione 6 11 15
Conferma 7-8 12 16
Segno 9(-10) 12 17ss

Si noterà che le tre chiamate non sono identiche quanto al contenuto: nel caso di Ger 1 si tratta della chiamata al ministero profetico, mentre nel caso di Mosè la chiamata è ad un compito di leadership (che comprende anche una dimensione profetica ma va oltre questa) e nel caso di Gedeone si tratta di una chiamata ad un compito essenzialmente militare (liberare il popolo dall'oppressione di un nemico). Comune a tutte e tre però è il concetto di una chiamata dal Signore ad un individuo per una missione a beneficio del suo popolo.

Le somiglianze fra i tre racconti di chiamata, secondo molti studiosi, si spiegano meglio nell'ipotesi dell'esistenza di uno schema convenzionale noto agli scrittori ebrei. Se questo è esatto, bisogna notare due conseguenze. (1) Essendo lo schema convenzionale e utilizzabile per diversi casi, allora non possiamo leggere un tale racconto come una "registrazione dal vivo" dell'esperienza vocazionale del personaggio in questione; si tratta infatti di uno schema interpretativo-teologico e non di un formulazione personale ed unica. Ciò non mette in questione, evidentemente, la realtà di una esperienza di chiamata da parte di Geremia o degli altri; dice solo che la formulazione letteraria adoperata nei racconti non ci consente un accesso immediato e completo all'esperienza in termini psicologici. (2) Se ci domandiamo da chi viene una tale formulazione di Ger 1,5-10, le risposte potrebbero essere due: (a) Geremia stesso (direttamente o indirettamente tramite un suo assisstente [Baruc?]), oppure (b) un discepolo-redattore posteriore che voleva interpretare tutto il ministero di Geremia in linea con il ministero di Mosè. A questo punto la questione deve rimanere aperta.

2.1.1.2   Uno schema di racconto di visioni simboliche nei vv. 11-12 e 13-14

Anche qui si tratta probabilmente dell'uso di uno schema convenzionale (cf. i racconti di Am 7,7-8 e 8,1-3 per una struttura dialogica simile).

Si noterà qui in particolare l'espressione "una seconda volta" all'inizio della seconda visione (v. 13a): "Quindi mi fu rivolta una seconda volta [שׁנית: CEI liberamente "di nuovo"] questa parola del Signore...". La prima volta è evidentemente quella raccontata al v. 11. Ciò crea un po' di sorpresa per un lettore attento, in quanto il v. 11 non è in realtà la prima comunicazione della parola del Signore a Geremia nel testo; la formula di comunicazione della parola si trova già nel v. 4. L'autore del v. 13 ha forse dimenticato questo? O forse non aveva il testo dei vv. 4-10 di fronte a sé? In altre parole, potrebbe darsi che i due racconti delle visioni simboliche non erano originariamente collegati con il racconto della chiamata nei vv. 4-10. Rimane almeno la possibilità che il testo di Ger 1,4-13(19) ha raggiunto la sua forma attuale grazie all'intervento di più mani in diversi tempi.

2.1.2   Il problema del v. 5c

Quando il testo del v. 5c dice "ti ho stabilito profeta delle nazioni" (cf. anche v. 10a), chiaramente intende "nazioni straniere" e non Giuda o Israele. Offrire una tale quasi-definizione del compito di Geremia sembra però non molto d'accordo con ciò che il libro stesso presenta del ministero personale del profeta (svolto, in gran parte almeno, a Gerusalemme e indirizzato al popolo di Giuda e Gerusalemme). Qualche volta Geremia ha incontrato rappresentanti di altri popoli (cf. cap. 27) e forse alcuni degli oracoli contro nazioni straniere (capp. 46ss) possono venire direttamente da lui, ma tutto questo non sembra sufficiente per poter "definirlo" come "profeta della nazioni" nè per pensare che Geremia abbia iniziato il suo ministero sapendo di avere il compito di "profeta della nazioni".

Sorge dunque la domanda: non sarebbe forse più comprensibile attribuire v. 5c a un redattore del tempo dopo il ministero di Geremia? Nelle generazioni successive infatti si poteva vedere che il messaggio di Geremia per il suo proprio popolo aveva anche delle conseguenze per altre nazioni (per es. la caduta di Babilonia).

2.1.3   Contatti letterari con testi di altri ambienti

A diversi punti in Ger 1,4-19 troviamo delle espressioni che sono più tipiche di altri autori o di altre scuole teologiche che non di Geremia stesso (in quanto possiamo giudicare questo specialmente dai brani poetici del libro).

Paragonare il v. 5a con Is 44,2 ("servo Israele") e 49,1.5 (il "servo del Signore"). Per i vv. 7c e 9c vedere Deut 18,18 (sul profeta che il Signore susciterà dopo Mosè). Mentre il linguaggio del v. 16 ha molti contatti con testi deuteronomistici di critica religiosa e cultica.

Se cerchiamo una spiegazione di questi contatti, diverse sono le possibilità: (1) puro caso; (2) gli altri testi si sono ispirati da Ger 1; (3) Ger 1 si serve della fraseologia di questi testi (che sono posteriori cronologicamente al tempo di Geremia stesso). Parecchi studiosi giudicano più probabile la terza spiegazione.

2.2     Proposte di storia della redazione di Ger 1

Gli autori che sono dell'avviso che gli indizi appena menzionati si spiegano meglio nell'ipotesi di una formazione di Ger 1 in diversi stadi temporali ad opera di diverse mani, tentano allora di offrire una sintesi di storia redazionale. Due di tali ipotesi vengono indicate brevemente in seguito come esempi di questo tipo di studio.

2.2.1   La proposta di B. Renaud (1981)

Renaud distingueva uno strato di base più antico che veniva da Geremia (vv. 4-7b.8; 11-12; 13-15) e un livello di ulteriore spiegazione dovuto a un redattore del periodo esilico (un gruppo di testi con contatti con la teologia deuteronomistica [vv. 7c. 9. 16] e un altro gruppo con un visuale più vasto [vv. 10. 17-19]).

2.2.2   La proposta di S. Herrmann (1986)

Secondo l'autore di questo commentario, bisogna distinguere tre livelli nel testo:
(1) Lo strato di base (le due visioni simboliche dei vv. 11-12 e 13-14), che viene da Geremia o da un suo discepolo immediato.
(2) Un inquadramento deuteronomistico intorno alle visioni (le due parti del racconto di vocazione, nei vv. 4-10* e 17-19*).
(3) Ulteriori piccoli ritocchi inseriti dalla redazione finale post-Dtr (parti dei vv. 5, 10, 15, 16, 18).

2.3     Conclusione

Non entriamo in questo corso in una valutazione comparativa di queste (ed altre) proposte di storia redazionale (anche perchè bisognerebbe condurre la valutazione sulla base del testo ebraico e di quello greco), e non discuteremo neanche la posizione di quegli autori che non vedono la necessità di proporre qualsiasi tipo di stratificazione nel testo di Ger 1. Conviene però notare in conclusione l'interesse interpretativo delle osservazioni che fanno sorgere la questione redazionale. Infatti gli indizi notati sopra ci aiutano anche a capire meglio il testo a livello teologico, e questo in due modi: da una parte facendoci capire ciò che è meglio evitare quando vogliamo formulare un'interpretazione del testo, e dall'altra parte suggerendoci aspetti utili che a prima vista forse non si vedevano nel testo.

La presenza di schemi e generi convenzionali in Ger 1 ci invita a non proporre una lettura puramente autobiografica e psicologica del testo, come se i versetti che leggiamo ci introducano direttamente nell'anima di Geremia. Al contrario dobbiamo aprirci di più ad una lettura teologica del testo, accogliendo i suggerimenti intertestuali che vengono dai contatti con altri testi fuori del libro di Geremia: per esempio, vedere Geremia in relazione con Mosè (cf. lo schema vocazionale e i contatti con Deut 18) e anche con il servo del Signore (collettivo e forse anche individuale: cf. i contatti con Isa 44 e 49) e forse anche con Samuel (chiamata da giovane: cf. 1 Sam 3). Poi i contatti fra Ger 1 e Ger 2,1-3 ci invitano ad aprirci alla possibilità di una rilettura paradigmatica della chiamata di Geremia (paradigma della chiamata di Israele fedele con la sua missione alle nazioni).


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